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PERFORMING Festival, Catanzaro crocevia della scena performativa internazionale
Arti performative
di redazione
Entra nel vivo a Catanzaro la prima edizione di PERFORMING Festival, un’iniziativa biennale che proseguirà fino al 31 maggio, portando nella città calabrese la ricerca internazionale sui diversi linguaggi delle arti performative. Concepito come progetto collettivo e laboratorio diffuso, PERFORMING nasce in seno all’Accademia di Belle Arti di Catanzaro, capofila di una rete che coinvolge 12 istituzioni italiane di alta formazione artistica -AFAM e una costellazione di partner internazionali, grazie ai fondi del PNRR NextGenerationEU.
Un crocevia di linguaggi, corpi e territori: l’anima di PERFORMING Festival è fluida, tra performance, arte pubblica, teatro, metaverso e pratiche partecipative che si mescolano senza gerarchie, in un programma che si snoda tra luoghi simbolici e spazi non convenzionali della città, da Villa Margherita al Chiostro di San Giovanni, dal Teatro Politeama alla facciata dell’Accademia, coinvolgendo anche la Biblioteca De Nobili.

Un atlante del corpo, tra arte e politica
PERFORMING nasce da un’urgenza: leggere il presente attraverso il corpo e l’azione, intercettando le tensioni che attraversano la società globale. A farlo sono alcune delle voci più radicali del panorama performativo internazionale. Regina José Galindo, Leone d’Oro a Venezia nel 2005, il 19 maggio, dialogherà con Eugenio Viola, già curatore del Padiglione Italia alla 59a Biennale, in un talk curato da Simona Gavioli. Il giorno seguente, l’artista guatemalteca presenterà Hasta tu orilla, potente rito civile sulla migrazione come gesto di resistenza umana.

Seguiranno gli interventi di Daniela Ortiz, con una marionettistica azione postcoloniale, The root you pulled out…, a cura di Dobrila Denegri, e di Nezaket Ekici che, con Book Tower, trasformerà l’architettura della biblioteca cittadina in un monumento effimero al sapere condiviso.
Non manca l’attenzione alla scena emergente, con una giornata interamente dedicata alla Generazione Z (il 28 maggio), mentre il 30 maggio sarà il momento della restituzione dei progetti di ricerca, tra talk, performance e viaggi performativi ai confini geopolitici del Mediterraneo: artisti e docenti dell’Accademia di Napoli percorreranno un itinerario che tocca Albania, Serbia, Turchia, Libano ed Egitto, in un attraversamento che è insieme fisico, simbolico e artistico.

PERFORMING, un festival che abita il futuro
PERFORMING si distingue per la sua struttura progettuale aperta e interconnessa, in cui convergono formazione, produzione, pensiero critico e tecnologia. Al centro, una riflessione corale sul ruolo delle arti performative oggi, tra radici storiche e ibridazioni digitali. Una sezione dedicata al Metaverso, attiva per tutta la durata del festival, interrogherà i confini della corporeità anche nello spazio immateriale.

Numerosi i contributi di artisti e curatori – da Orlan a Valentina Carrasco, da Valentina Valentini a Branko Milinkovic – a testimonianza di un dialogo continuo tra pratica e teoria, esperienza e riflessione. In questo senso, la presentazione del progetto al FORUM PA di Roma il 21 maggio assume un valore politico: PERFORMING si fa modello di innovazione culturale e strategia di internazionalizzazione per il sistema AFAM, con l’ambizione di ridefinire le geografie della produzione culturale in Italia.

Per consultare il programma completo, si può cliccare qui.